Kate Moss la cattiva ragazza
Però piangeva per il topless

La famosa modella racconta i suoi problemi, i retroscena di una giovinezza passata davanti alla macchina fotografica e svela le sue fragilità, i problemi che ha affrontato

Nuda e in lacrime. Anche le modelle più ciniche, coloro che sembrano dobbe bioniche hanno un'anima e talvolta si vergognano.

Kate Moss si svela e racconta di quando era poco più che una bambina. Sedici, diciassette anni, e volava già tra Milano, Parigi e New York. Ma piangeva. Quando doveva posare a seno nudo, piangeva.
Racconta le fragilità di una ragazzina catapultata nel pazzo mondo della moda, Kate Moss.

La "cattiva ragazza" delle passerelle, la trend setter incontrastata, la "scandalosa" Kate, oltre vent'anni dopo rivela in un'intervista a Vanity Fair come da adolescente già top model fu vittima di un esaurimento
nervoso a causa delle pressioni di quel lavoro, affascinante ma durissimo.
 
"Era lavoro", dice, "e quindi dovevo farlo". E solamente in questo modo con
 Kate riusciva a farsi fotografare in topless.Come accadde sulla spiaggia, quando Corinne Day la ritrasse per The Face in uno scatto per sempre incastonato nella memoria degli anni '90 e nella cultura pop, "feci voltare il
parrucchiere, perchè era l'unico uomo presente sul set
fotografico".
  
Non era soddisfatta del suo corpo, Kate. "Odiavo il mio seno. Perchè ero piatta e avevo un grosso neo", dice, "Pensare ora di chiedere ad una sedicenne di togliersi  vestiti mi risulta davvero strano. Ma il loro tono
era del tipo, o lo fai o non ti chiamiamo più per lavorare. E
allora mi chiudevo in bagno, piangevo. Poi uscivo e lo facevo".

Con quegli scatti la fotografa Corinne Day inventò l'heroin-chic: il look di quelle ragazze filiformi, emaciate, bellissime."Ma non avevano nulla a che fare con me", spiega Kate Moss - io non avevo nemmeno mai preso
eroina. Nemmeno Corinne, ma lei amava quel look. Io ero magra,
ma perchè lavoravo molto e non mangiavo mai". A parte quella
volta a Milano che Carla Bruni le offrì il pranzo.


Poi vennero gli anni difficili, cattivi. "Ho avuto un esaurimento nervoso a 17 o 18 anni", racconta. Un momento immortalato dalla campagna di Calvin Klein (1992) che però la consacrò top model: "Dovevo lavorare con Marky Mark ed Herb Ritts. Per due settimane non riuscì ad alzarmi dal letto. Andai
dal medico, mi disse di prendere del Valium". Le fu impedito,
oggi ringrazia. Era solo ansia: "Ero piccola. Era tutto molto
strano: una limousine che ti viene a prendere al lavoro. Non mi
piaceva. Ma era lavoro e dovevo farlo".

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