La musica in Italia vale 3,7 mld
Il settore tiene rispetto alla crisi 

Sono i dati relativi al sistema musicale italiano nel 2009, contenuti nel Rapporto 2010 Economia della Musica in Italia, realizzato da Fondazione Università IULM e promosso da Dismamusica, Federazione Editori Musicali, SCF Consorzio Fonografici e SIAE

MILANO Un settore che vale 3,7 miliardi di euro, con un fatturato in calo del 9% rispetto al 2008, che "tiene" rispetto a uno scenario economico difficile, con un PIL in calo del 5,1% e una diminuzione dei consumi dell'1,2%. Sono i dati relativi al sistema musicale italiano nel 2009, contenuti nel Rapporto 2010 Economia della Musica in Italia, realizzato da Fondazione Università IULM e promosso da Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), FEM (Federazione Editori Musicali), SCF Consorzio Fonografici, SIAE.
La flessione del settore, dice il Rapporto, è determinata dal pesante calo del comparto dell'elettronica di consumo audio (-25%), con una perdita di 204 milioni in un anno. I comparti degli strumenti e della musica stampata sono sostanzialmente stabili o in leggero aumento. Le cose vanno meglio per quanto riguarda il piccolo settore, che raggruppa le otto diverse modalità di fruizione della musica, e registra un calo del 6%.
Le vendite su supporti fisici sono in calo del 25%, con un fatturato di 375 milioni, nonostante una riduzione del prezzo dei cd. La musica digitale, brani e suonerie, rappresenta il segmento più promettente e registra le migliori performance. Nel 2009 le vendite digitali hanno fatto registrare un valore di 44 milioni di euro (sell-out) e una crescita del 13% in un anno.
Milano, 26 ott. (Apcom) - Le attività commerciali e i pubblici esercizi sono seconde per performance solo alla musica digitale, con un incremento del 9% e un fatturato di 71 milioni di euro.
Risultati che testimoniano la crescente consapevolezza, da parte degli operatori professionali (bar, ristoranti, centri commerciali, alberghi) del pagamento dei diritti come obbligo.
E' l'unico segmento a crescere nell`ambito della cosiddetta "Musica sparsa", cioè diffusa all'interno di attività economiche, classificata e analizzata per tipologia di fruizioni e fatturato generato da radio (-8%), diritti televisivi (-8%), discoteche (-5%), oltre a attività commerciali e pubblici esercizi.
Questa edizione del Rapporto Musica introduce per la prima volta la rilevazione delle sincronizzazioni, il cui valore per l'anno 2009 ammonta a 31 milioni di euro: 12,3 milioni sono raccolti dagli editori musicali, 4,8 dalle case discografiche e i rimanenti 14 rappresentano il compenso separato per la proiezione pubblica nelle sale, raccolto da SIAE.
Cresce la musica dal vivo: +3% con 781 milioni di fatturato, ma cala il numero dei biglietti mentre i prezzi aumentano.
"I dati del Rapporto riflettono una realtà caratterizzata da una profonda evoluzione nelle modalità di fruizione di musica, paragonabile ad un vero e proprio 'mutamento climatico` che ha contribuito a ridisegnare il profilo del mercato. Cresce in maniera promettente di consumo digitale; contemporaneamente ci muoviamo in uno scenario in cui la musica è sempre più legata alla gestione dei diritti" commenta Saverio Lupica, Presidente di SCF Consorzio Fonografici.
Passando ai dati del "grande settore" (quello dei segmenti più esterni al sistema) la ricerca evidenzia un fatturato complessivo in calo del 16% con 1.010 milioni di euro, trascinato dalla netta riduzione delle vendite dell`elettronica di consumo audio (- 25%), il comparto che più ha sofferto in tutto il sistema, replicando il trend dell'anno precedente.
Si confermano stabili i comparti della musica stampata e degli strumenti musicali (+0,3%). In quest`ultimo aumenta il valore degli acquisti di chitarre acustiche, percussioni, strumenti ad arco, organi e accessori.

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