Lavoro: meglio la "spintarella"
dell'ufficio di collocamento

L'indagine di Isfol evidenzia che per tre italiani su dieci la raccomandazione, magari anche attraverso parenti e conoscenti, resta il canale preferenziale - Anche i giovani contano sulla "buona parola"

ROMA  Tre italiani su dieci trovano lavoro grazie alla "spintarella" di parenti, amici o conoscenti. La crisi non scalfisce il "vizio" della raccomandazione, che mostra di avere radici così profonde da resistere agli choc più forti, dalla rivoluzione di internet, con milioni curriculum disponibili in un clic, alla recessione economica. 
L'ultima indagine dell'Isfol (Istituto per la formazione professionale dei lavoratori), riferita al 2010, sottolinea come la famigerata "buona parola" sia il canale privilegiato per accedere al mondo del lavoro, soprattutto se si è giovani.

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