Società e Costume
Sabato 03 Luglio 2010
L'Ipad arriva anche in chiesa
Ecco i testi sacri hi-tech
L'idea è di un sacerdote alessandrino, che già usa l'Iphone per la propria attività pastorale: condensare su un Ipad, quindi rendendola estremamente portatile, l'intera biblioteca indispensabile per i religiosi. Che potrebbero così portarsi appresso programmi personalizzati per ogni esigenza di culto
L'idea in fondo è l'uovo di Colombo: perché non trasferire sull'Ipad, il tablet della Apple, i testi sacri, in modo da concentrare in un unico strumento tomi e tomi di letteratura ecclesiastica? "Tra le varie applicazioni dell'Iphone, e poi dell'Ipad, mancava quella per i sacerdoti e io ho preso semplicemente l'iniziativa" afferma con umiltà don Paolo.
Il quale però insiste solo sulla praticità di avere centinaia di testi condensati su un'unica piattaforma elettronica: perché di certo, sostiene, non intende mandare in soffitta i libri cartacei, anzi. L'Ipad, così come i computer e le altre innovazioni tecniche, non si sostituiranno in toto ai supporti tradizionali.
La "sua" applicazione Ibreviary Pro, afferma il sacerdote, "è vantaggiosa e più comoda, soprattutto per i preti che celebrano funzioni al di fuori della propria parrocchia". In pratica sull'Ipad ogni religioso si può organizzare un compendio immediato di preghiere, salmi, omelie, personalizzabile come si vuole.
Ancora una volta così, passato e futuro vanno a braccetto, e questa volta in un ambiente tradizionalmente conservatore come quello della Chiesa.
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