Società e Costume
Mercoledì 04 Maggio 2011
Mentana: «Ho rifiutato
due volte il Tg1»
Spiega il giornalista: «Chi mi ferma per strada dice sempre la stessa frase: "Grazie, perché mi ha restituito il gusto di vedere un vero telegiornale"...»
Il fatto che abbia quasi quadruplicato gli ascolti significa che gli italiani sono più interessati alla politica di quanto si pensi? «Significa che ci sono più pubblici. C`è ancora chi segue Avetrana, ma c`è una fetta, neanche marginale, che vuole altro.
Chi mi ferma per strada dice sempre la stessa frase: "Grazie, perché mi ha restituito il gusto di vedere un vero telegiornale"...», dice.
Che cosa pensa del Tg1 di Minzolini? «Orgogliosamente filogovernativo, diverso da quelli di Rossella e Mimun, allineati ma non di battaglia. È una rivoluzione perché, prima di lui, il Tg1 cambiava solo per un 20% a seconda del partito che saliva al governo. E la sta pagando: i telespettatori antiberlusconiani vanno a cercare altro». Andrebbe mai a dirigere il Tg1? «Me l`hanno offerto due volte, in passato, e ho rifiutato». Perché ha detto no? «Perché ci ho lavorato nove anni, so come funziona. In Rai tornerei solo se mi venisse garantita la libertà di non rispondere al telefono ai politici. Una cosa che non concederanno mai. Io sono l`unico direttore di Tg che non vota. La politica oggi è raccontata da piccoli fatti che non c`entrano con la passione. Per questo tante storie private, di sesso e tradimenti, prendono piede: un tempo non è che fossero più casti, ma avevano più argomenti. Oggi la politica è solo l`arte del prevalere».
Ha diretto per 13 anni il Tg dell`ammiraglia di Mediaset: difficile credere che non abbia avuto condizionamenti. «Nessuno mi ha mai detto che cosa dovevo o non dovevo fare. La mia libertà si cibava del successo. Magari la telefonata c'era: "Guarda che questa cosa dà fastidio". Ma, se era una notizia, la davo lo stesso. Quando a Berlusconi ha fatto comodo avere un Tg che facesse più i suoi interessi politici, mi ha sostituito».
Quanto alla nomina a La7 fu inizialmente bloccata «da chi detiene il potere. L'editore di La7 è Telecom, dentro ci sono Generali, Mediobanca e altri soci pesanti. Di certo la politica non ha caldeggiato la mia nomina: una persona che ha appena litigato con Mediaset non è consigliabile».
E a proposito delle parole dette dall'ex dg Rai Mauro Masi in un'intervista al Corriere della Sera, «La sinistra non ha accettato Enrico Mentana al Tg3», Mentana precisa al sito di «VanityFair.it» come andò la sua trattativa per guidare il Tg3 nell'estate del 2009: «Mi cercò l'allora direttore di Rai3 Paolo Ruffini. Per accettare gli posi due condizioni che sapevo impossibili: la mia nomina avrebbe dovuto essere votata all'unanimità del Cda Rai e ricevere il voto positivo e pieno dell'Assemblea dei Giornalisti. Che fossero impossibili era chiaro perché Rai3 è sempre stato l'unica rete sotto il controllo della sinistra e il Pd aveva già fatto il nome di Bianca Berlinguer».
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