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Giovedì 20 Aprile 2023
Mangiare bene da piccoli per vivere in piena salute
Il consiglio: Buone abitudini per prevenire disturbi come sovrappeso e obesità
Le abitudini alimentari prendono forma e si consolidano fin dai primi anni di vita, praticamente terminato il periodo dello svezzamento. L’Organizzazione mondiale della Sanità non ha dubbi in merito: una sana educazione alimentare non solo fa apprezzare i vari tipi di cibo, ma previene forme di sovrappeso e obesità e di altre patologie a esse correlate.
Le buone abitudini
Secondo recenti statistiche, in Italia due bambini su dieci hanno un peso superiore alla media percentile indicata dalle linee guida. I fattori che determinano questa situazione sono numerosi: il miglioramento delle condizioni socio-economiche e quindi la possibilità di mettere in tavola più cibo, a volte addirittura sprecandolo; un’alimentazione ricca di proteine, grassi e zuccheri ma povera di vitamine e di proteine derivanti da pesce e legumi; una scarsa attenzione da parte dei genitori nel seguire i figli e la loro dieta.
Come fare allora per educare i bambini a un’alimentazione sana e varia? L’approccio ludico e il coinvolgimento sono senz’altro gli elementi su cui porre l’accento. I piatti vanno preparati con cura e amore, secondo la stagionalità del momento. Anche utilizzare piccoli espedienti, come decorare il piatto realizzando faccine di animali o forme colorate e allegre, invoglia il piccolo di casa a mangiare il cibo. Può rivelarsi utile anche cucinare con il proprio figlio o la propria figlia: si tratta di un’attività divertente che fa sentire importante il piccolo di casa, aumentando anche la sua autostima. Inoltre, apprezzerà molto di più il piatto sapendo che ha contribuito a cucinarlo, anziché trovarselo già pronto. I genitori, per queste fasi, devono essere pazienti e non fare le cose di fretta, altrimenti si ottiene l’effetto contrario. Occorre inoltre tenere presente che l’essere umano può impiegare fino a 15 volte prima di apprezzare un cibo. Per arrivare a questo risultato, si può provare a cucinare un alimento in modi diversi.
Due le regole fondamentali: assaggiare prima di dichiarare che un cibo non piace - insegnando al bambino che “fa schifo” di un piatto non si pronuncia mai - e non proporre alternative. Farlo, infatti, è diseducativo e legittima il bambino a rifiutare il cibo con la consapevolezza che potrà mangiare altro a lui più congeniale. Un altro errore che non va commesso è preparare menù diversificati: al netto di eventuali allergie o intolleranze, tutti i membri della famiglia devono mangiare le stesse pietanze.
Rispetto ai pasti, l’ideale è consumarne cinque al giorno: colazione, pranzo e cena ai quali abbinare gli spuntini di metà mattina e metà pomeriggio.
Dieta e pasti equilibrati e sani
Per garantire un equilibrio tra i pasti, è bene informarsi sul menù servito a scuola ed evitare così di presentare alla sera lo stesso tipo di alimento.
Si consiglia quindi di proporre formaggi, pesce, legumi una sola volta al giorno e va tenuto presente che la carne rossa non va consumata più di una volta a settimana. Pesce e legumi si possono portare a tavola con frequenza trisettimanale, mentre le uova due volte ogni sette giorni.
Meglio abbondare sempre di frutta e verdura, cotta e cruda a seconda della stagione, prediligere acqua ed evitare il più possibile bevande zuccherate e gassate.
Il giusto approccio ai diversi cibi
Già durante lo svezzamento è possibile mettere in pratica i consigli per un’alimentazione equilibrata. In questa fase di scoperta è importante che il bambino entri in contatto con il cibo toccandolo, manipolandolo e sviluppando un approccio positivo. In linea generale è compito dei genitori garantire la giusta presenza nella dieta di carne, pesce, formaggio, legumi, frutta e verdura. Proprio queste ultime due, posso risultare più “invitanti” se mamma e papà raccontano al bambino la loro provenienza e permettono ai piccoli di sperimentare un impiattamento creativo. Via libera infine al piatto unico di carboidrati, proteine e verdura.
Niente tabù
Proibire un alimento lo trasforma in oggetto desiderato. Andare al fast food una tantum è possibile, purché il bambino abbia chiaro che si tratta di una eccezione.
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