Ragazzo comasco pestato al Beccaria: a tradire gli agenti le versioni diverse

L’inchiesta Alcune incongruenze hanno permesso alla Procura di Milano di indagare su tre agenti del carcere minorile, arrestati per il pestaggio di un 17enne di Como

A tradirli, secondo la Procura di Milano che li ha indagati e arrestati in esecuzione di una misura cautelare, ci sarebbe stata una versione dei fatti leggermente diversa tra loro.

Piccole incongruenze, contenute nella relazione di servizio, che sono però andate ad unirsi ad altri elementi – compresa la testimonianza di altri detenuti che dallo spioncino della cella erano riusciti a vedere in parte quello che avveniva, udendo anche le grida provenire da uno stanzino – e alle intercettazioni ambientali.

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I tre agenti della penitenziaria del carcere minorile “Beccarica” di Milano arrestati per il pestaggio del ragazzo di 17 anni di Como (con loro, altri dieci sono stati colpiti da una misura cautelare per ulteriori episodi) sarebbero stati inchiodati anche in seguito ad alcune loro dichiarazioni non sovrapponibili l’una all’altra. Nella relazione di servizio infatti – tra le accuse mosse dalla Procura c’è anche il falso – avrebbero riferito che, mentre il detenuto comasco era stato portato in un ufficio (senza telecamere) dopo le lamentele per una sanzione disciplinare ricevuta, quest’ultimo si era prima scagliato contro un monitor colpendolo con una testata e distruggendolo, poi contro gli agenti che erano dovuti intervenire. Una ricostruzione che tuttavia uno dei tre agenti presenti aveva fornito in modo diverso, parlando del monitor danneggiato ma solo alla fine.

Nelle carte dell’inchiesta erano poi finiti anche altri elementi di riscontro, compreso quello di un altro detenuto minorenne che aveva riferito – la mattina del 22 dicembre 2022, quando sarebbe avvenuto il pestaggio – di aver sentito urla e richieste di aiuto provenire proprio da quello stanzino senza telecamere. Il diciassettenne comasco, visitato dall’infermeria del “Beccaria”, era poi stato mandato al pronto soccorso del San Carlo proprio per medicare le ferite subite.

Ai medici dell’ospedale milanese aveva subito riferito di essere stato picchiato dagli agenti della penitenziaria, in tre contro uno. Una versione ribadita anche di fronte al pm titolare delle indagini sui 13 agenti del Beccaria arrestati per i pestaggi che avvenivano in carcere: «Tiravano pugni, bum bum bum», aveva detto il minore di Como.

Elementi che la Procura di Milano, dopo averli messi in fila uno dopo l’altro, ha ritenuto fossero idonei a contestare ai tre agenti anche il pestaggio del ragazzo diciassettenne di Como. Gli agenti, nelle ore successive ai fatti, si erano fatti refertare pure loro dal pronto soccorso.

Secondo la versione della pubblica accusa, che contrasta con quella fornita dai tre agenti nella relazione, il comasco fu deliberatamente picchiato perché aveva chiesto di porre fine alla sanzione dell’isolamento. Botte inferte tre contro uno, con calci e pugni, che avevano provocato ferite evidentemente serie visto che l’infermeria stessa del “Beccaria” preferì farle medicare in ospedale.

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